Insinuare che una persona si sia sposata per acquisire lo status di vedova, allo stato di ereditare in beni, e quindi per interesse, è diffamazione.
Secondo la Suprema Corte di Cassazione (Corte di Cassazione penale n. 31434/17) “l’attribuzione alla persona offesa della deliberata volontà di sposare un uomo di cui conosceva la condizione di malato quasi terminale, allo scopo di ereditarne i beni, avendo in precedenza ottenuto lo status di moglie, e’ significativa di un comportamento contrario al comune sentire ed ai canoni etici condivisi dalla generalita’ dei consociati” (Sez. 5, Sentenza n. 18982 del 31/01/2014 Ud. – dep. 08/05/2014).
La stessa Corte continua riferendo che “non deve trascurarsi l’importanza che il matrimonio riveste dal punto di vista religioso, culturale, sociale e morale per la maggior parte dei cittadini italiani, ne’ sottovalutarsi il suo riconoscimento nella Costituzione quale fondamento della societa’ naturale costituita dalla famiglia, della quale la Repubblica riconosce i diritti.”
Dunque parole che possono insinuare circa una strumentalizzazione del vincolo matrimoniale a scopo di lucro hanno “una potenzialità lesiva non solo del suo personale amor proprio ma soprattutto della sua dignità e dalla considerazione da parte della comunità sociale in cui è inserita, che, di regola, disapprova tali comportamenti”.