Con sentenza n. 104 del primo dicembre 2017 (depositata in data 3 gennaio 2018) la Quinta Sezione della Suprema Corte di Cassazione, in merito al reato di cui all’art. 612 bis del Codice Penale ha puntualizzato che:
Si tratta del caso di un uomo condannato per il reato di atti persecutori per avere posto condotte reiterate di molestie – nello specifico appostamenti, pedinamenti ed avvicinamenti – sebbene compiute nell’arco di soli tre giorni.
La Suprema Corte di Cassazione ha correttamente ritenuto sussistenti gli elementi costitutivi del reato di stalking avendo l’imputato posto in essere una pluralità di condotte reiterate, che hanno prodotto l’evento del reato in commento ovverosia uno stato d’ansia con modificazione delle abitudini di vita della persona offesa, in particolare il cambio dell’orario di gioco al parco con i propri figli.